Allarme siccità. Prepariamoci a un’altra estate critica.
Il 2023 si apre sulla scia di oltre un anno di siccità e temperature record non solo in Italia, ma su diversi Paesi europei, secondo l’ultimo bollettino dell’Osservatorio siccità del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
“Abbiamo il 50% della neve che dovrebbe esserci sulle montagne e siamo a meno della metà dei livelli di fiumi e laghi”, ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin in occasione dell’inaugurazione della 44° edizione della Fiera in Campo a Vercelli.
In arrivo un Piano idrico nazionale straordinario.
Nei giorni scorsi il tavolo sulla crisi idrica tenutosi a Palazzo Chigi ha affrontato la questione idrica a fronte della siccità in corso nel nostro Paese, stabilendo di:
- istituire a Palazzo Chigi una Cabina di regia tra tutti i ministeri interessati per definire un piano idrico straordinario nazionale d’intesa con le Regioni e gli Enti territoriali per individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione, anche utilizzando nuove tecnologie;
- lavorare a un provvedimento normativo urgente che contenga le necessarie semplificazioni e deroghe e accelerando i lavori essenziali per fronteggiare la siccità;
- avviare una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica;
- individuare un Commissario straordinario con poteri esecutivi rispetto a quanto programmato dalla Cabina di regia.
Gli interventi da attivare nell’immediato.
“Gli effetti dei cambiamenti climatici generati dal riscaldamento globale hanno ormai profondamente alterato l’equilibrio del ciclo idrologico del nostro Paese – secondo l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale – con importanti ripercussioni sulla disponibilità e sulla distribuzione della risorsa idrica con conseguenti effetti negativi sui sistemi idrici (siccità idrologica), sul suolo e sulle colture (siccità agricola) e sui sistemi socio-economici e ambientali fino a determinare, nei mesi estivi, un vero e proprio squilibrio tra la disponibilità della risorsa e i fabbisogni necessari per gli usi civili, agricoli ed industriali e per la conservazione degli ecosistemi (siccità socio-economica e ambientale)”.
“E’ necessario sensibilizzare immediatamente tutti gli utenti a un utilizzo più parsimonioso dell’acqua durante tutto l’anno – avverte Marco Casini, Segretario generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino centrale – È indispensabile quindi intervenire sulle reti idriche, perché perdite anche superiori al 40% della risorsa non sono più tollerabili. Bisogna poi aumentare notevolmente le capacità di accumulo dell’acqua piovana liberando dai sedimenti gli invasi esistenti e costruirne di nuovi, anche di piccole dimensioni, laddove necessario, incluso l’accumulo delle acque di pioggia nelle città. È necessario poi rivedere la produzione di colture particolarmente idrovore, implementare il recupero delle acque reflue ad uso agricolo, efficientare maggiormente l’utilizzo delle acque in agricoltura, fino alla messa in campo di impianti di desalinizzazione“.