Le lucciole: preziosi bioindicatori della salute del nostro Pianeta.
La perdita di habitat, l’inquinamento luminoso e l’uso di pesticidi rappresentano le principali minacce che devono affrontare le circa 2000 specie di lucciole in tutto il mondo, secondo un recente studio dell’American Institute of Biological Sciences.
In Europa, l’Inghilterra porta il triste scettro di paese con minor presenza del coleottero luminescente: l’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’intensificazione agricola, anche a causa del maggiore uso di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti, stanno contribuendo a deteriorare e frammentare l’habitat delle lucciole.
A livello globale, la luce artificiale notturna è stata classificata come la seconda minaccia più grave per le lucciole. Studi sperimentali dimostrano che la luce artificiale interferisce con il comportamento riproduttivo delle lucciole e può aumentare il rischio di estinzione.
Inoltre, elevate concentrazioni di insetticidi nell’acqua e nel suolo possono essere particolarmente dannose per le lucciole, poiché lo stadio larvale vive e si sviluppa per mesi o anni sia sott’acqua che nel suolo. Possono essere esposte anche altre fasi della vita delle lucciole, poiché le uova vengono deposte nel terreno, nel muschio o nel legno in decomposizione e le pupe si sviluppano sottoterra o sui tronchi degli alberi. Gli adulti possono anche essere esposti a residui di insetticidi quando riposano su terreno o fogliame trattato.
Le lucciole sono indicatori biologici della qualità dell’ambiente.
Le lucciole sono insetti appartenenti all’ordine dei Coleotteri e alla famiglia dei Lampiridi, che comprende oltre 2000 specie diffuse soprattutto nelle regioni tropicali e temperate della Terra. In Italia le lucciole sono sempre più rare, ma è ancora possibile ammirarle soprattutto al Sud, in regioni come la Basilicata, la Calabria e la Sicilia.
Queste sentinelle luminescenti del benessere ambientale hanno infatti bisogno di un clima umido per depositare le larve e soprattutto di ambienti non inquinati.
La luce emanata da questi piccoli coleotteri, più correttamente indicata come bioluminescenza, ha la funzione di richiamo tra individui di sesso diverso nel momento dell’accoppiamento, ma anche di meccanismo di difesa contro eventuali predatori per il cattivo sapore che spesso si accompagna alla bioluminescenza, che rende l’insetto tossico e non commestibile per i predatori.