L’impatto dei pesticidi sugli ecosistemi.
I pesticidi chimici rappresentano una delle principali fonti di inquinamento ambientale, poiché la loro persistenza nel suolo, nell’acqua e nell’aria determina la perdita di biodiversità e influisce negativamente sia sulla vita di altri organismi sia sulla qualità dei prodotti destinati all’alimentazione umana.
I prodotti fitosanitari vengono utilizzati in agricoltura per eliminare gli organismi nocivi che possono compromettere la salute di una pianta, ma la loro persistenza nei terreni e la penetrazione nella catena alimentare compromettono l’intero equilibrio ecologico dell’ambiente in cui vengono utilizzati e non solo.
Secondo uno studio dell’Università di Sydney pubblicato su Nature, circa 70mila tonnellate di sostanze chimiche potenzialmente dannose provenienti dall’impiego di pesticidi penetrano ogni anno nelle falde acquifere.
In particolare, 730 tonnellate di pesticidi entrano nei fiumi ogni anno, raggiungendo concentrazioni chimiche superiori ai limiti di sicurezza in oltre 13mila chilometri di fiumi in tutto il mondo. Gli erbicidi rappresentano i residui di pesticidi prevalenti sia sui terreni (72%) che sugli emissari fluviali (62%), ma a differenza del loro destino nel suolo, solo l’1,1% dei pesticidi che entrano nei fiumi vengono degradati lungo i corsi d’acqua, giungendo fino al mare. Malgrado questa piccola percentuale, i danni provocati a sistemi fluviali, fauna marina, barriere coralline e altri delicatissimi ecosistemi marini sono enormi.
A tal fine, la Commissione europea ha adottato una serie di misure idonee alla riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici e alla destinazione all’agricoltura biologica di almeno il 25% della superficie agricola dell’UE entro il 2030.