Orsi polari e riscaldamento globale. In meno di 80 anni potrebbero estinguersi.
Il 27 febbraio si celebra la Giornata Mondiale dell’Orso Polare, il più grande carnivoro terrestre del Pianeta, destinato purtroppo a un rapido declino che potrebbe portare alla scomparsa di tutti gli esemplari presenti sulla Terra entro il 2100.
Il ritiro delle calotte polari, causato principalmente dai cambiamenti climatici e dall’inquinamento ambientale, costringe gli orsi polari a percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca del cibo necessario ai loro bisogni energetici.
Orso polare a rischio sopravvivenza.
Gli orsi dipendono dal ghiaccio marino per poter cacciare, spostarsi e riprodursi.
L’habitat degli orsi sta scomparendo a un ritmo allarmante, con l’estremo nord del Pianeta che si riscalda fino a quattro volte più velocemente del resto del mondo.
Il ghiaccio marino è sempre più sottile, si scioglie prima in primavera e si congela più tardi in autunno.
Animali affamati, malati e magri.
Questa crescente difficoltà a procacciarsi abbastanza cibo e il maggior dispendio di energie per cercarlo sottopone gli animali a un forte stress, alla denutrizione, alla difficoltà di nutrire i cuccioli e ad un inevitabile declino dei tassi di sopravvivenza, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.
“Con elevate emissioni di gas serra, la riproduzione e la sopravvivenza in forte calo metteranno a repentaglio la persistenza di tutte le sottopopolazioni artiche tranne poche entro il 2100 – dichiarano i ricercatori dell’Università di Toronto in Ontario, Canada – Una moderata mitigazione delle emissioni prolungherà la persistenza, ma è improbabile che impedisca l’estirpazione di alcune sottopopolazioni entro questo secolo”.